Amon divinità appartenente alla religione dell'antico Egitto.

«Signore di ciò che è, permanente in tutte le cose,

unico in sua natura come il Seme degli dei […] capo di tutti gli dei.[…]
La tua dolcezza è nel cielo settentrionale,
la tua bellezza rapisce i cuori, l'amore di te fa languide le braccia,
la tua forma bella rende deboli le mani, e i cuori, alla tua vista, ogni cosa dimenticano.
Tu sei l'unico che fece tutto ciò che è.»
(Inno ad Amon-Ra, Papiro Boulaq 17)

Amon (Imn, pronunciato Amana nella lingua egizia, in italiano anche Ammone, dal greco antico Ἄμμων Ámmōn, Ἅμμων Hámmōn; letteralmente il Misterioso o il Nascosto) è una divinità appartenente alla religione dell'antico Egitto. Fu de facto il "capo" del Pantheon della Religione egizia, equiparabile come ruolo e come "autorità" nel Pantheon egizio al dio Zeus (Greco) e a Giove (Romano). Fu un dio di massima importanza per quasi tutta storia egizia. È attestato già durante l'Antico Regno (ca. 2680 - 2180 a.C. con la sua sposa Amonet, come testimonia ad esempio un'iscrizione nella piramide di Pepi II:
«[…] o Amon e Amonet! Voi coppia degli dei, che agli dei - con le loro ombre - vi siete uniti.»
File:Amun.svg
Amon e Amonet compaiono, durante l'Antico Regno, dei Testi delle piramidi: i due facevano parte della antica Ogdoade di Ermopoli. Il nome Amon (scritto imn, pronunciato Amana nella lingua egizia) significa il Misterioso, il Nascosto come osservò già Plutarco. È anche possibile che derivi dalla parola libica amana, acqua - anche se, eccettuati vaghi riferimenti al Nilo e al mare, non si tratta di un aspetto fondamentale della natura del dio. Gli egizi sottolineavano la difficoltà a risalire al vero significato chiamandolo asha renuː ricco di nomi. Si riteneva che Amon avesse dapprima creato sé stesso e poi il suo entourage. Gli altri membri dell'Ogdoade erano Nun e Nunet, Kuk e Keket, Hehu e Huhet.
Amon era comunemente raffigurato con sembianze antropomorfe, talvolta assiso in trono. La sua pelle poteva essere colorata di blu in riferimento al lapislazzuli che, per il suo grande valore, gli egizi associavano alla carne degli dei. La sua corona era costituita da un modio sormontato da due alte piume, forse in riferimento alla natura celeste di Amon (a cui si poteva aggiungere il disco solare per identificarlo con il dio-sole Ra). Ogni piuma era divisa verticalmente in due sezioni a simboleggiare l'equilibrio degli opposti e forse, nello specifico, l'Alto e Basso Egitto; a sua volta ogni sezione era suddivisa in sette parti da segmenti orizzontali (il 7 era considerato un numero magico). In alcune immagini, specie quando associato al dio Min (Min-Amon), era avvolto in un sudario e presentava una vistosa erezione. Era anche sovente rappresentato da un'oca (anser albifrons) che, secondo il mito, avrebbe deposto l'uovo cosmico primordiale da cui si sarebbe generata la vita, e da un ariete con il disco solare tra le corna ricurve. L'associazione con l'ariete nacque probabilmente dall'osservazione della sua energia procreatrice.

La storia di Amon come patrono di Tebe inizia nel XX secolo a.C., con la costruzione del Recinto di Amon Ra, uno dei quattro grandi recinti che andranno a formare l'immenso Complesso templare di Karnak, sotto il regno di Sesostri I, che regnò tra il 1970 a.C. e il 1920 a.C.Non risulta che Tebe abbia avuto una particolare importanza prima della XI dinastia.
Le grandi costruzioni nel Recinto di Amon ebbero luogo durante la XVIII dinastia, quando Tebe divenne la capitale dell'Egitto. L'edificazione della Grande sala ipostila potrebbe essere iniziata parimenti sotto i Thutmosidi, benché vada attribuita per la maggior parte a Seti I e Ramses II, il regno dei quali copre un'ampia porzione del XIII secolo a.C. Merenptah, tredicesimo figlio e immediato successore di Ramses II, commemorò le sue vittorie sui Popoli del Mare sulle pareti della Prima Corte, la quale segnava l'inizio della strada processionale per il Tempio di Luxor. Questa Grande iscrizione di Karnak (di cui è andato perso un terzo del contenuto) descrive le campagne vittoriose del faraone e il ritorno con il bottino e i prigionieri. Accanto a questa attestazione, compare la Stele della vittoria, che è sostanzialmente una copia della più celebre Stele di Merenptah, rinvenuta nel complesso funerario del faraone[28]. Il figlio di Merenptah, Seti II, innalzò due piccoli obelischi di fronte al Secondo pilone.
Frammento di una statua di Amon con le sembianze del faraone Tutankhamon (1333 a.C. - 1323 a.C.), in sienite. Museo nazionale di Varsavia.

L'ultimo cambiamento importante nel Recinto di Amon-Ra fu la costruzione del Secondo pilone e le massicce mura di cinta che racchiudevano il Complesso; tutto ciò si deve a Nectanebo I (379 a.C. - 361 a.C.).
Rovine del Tempio di Amon a Soleb, in Nubia. Fotografia d'epoca (1862).
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